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Che benefici avvengono durante il digiuno terapeutico

Che benefici avvengono durante il digiuno terapeutico

Affidarsi al digiuno terapeutico permette di combattere o comunque arginare molteplici problematiche e patologie a tutto beneficio dell’intero organismo. Il digiuno permette infatti di limitare:

  • L’obesità e problematiche correlate quali colesterolo, diabete, fegato grasso;
  • Ipotiroidismo, problematiche legate al sistema riproduttivo, al fegato, ai surreni, al pancreas;
  • Problemi digestivi quali costipazione, diverticolite, ulcere;
  • Problemi circolatori quali ipertensione, emicranie, percezione di freddo:
  • Problemi a carico del sangue quali anemia e poliglobulia;
  • Degenerazione dell’apparato locomotore quali artrite, reumatismi e artrite reumatoide;
  • Debolezza del sistema immunitario, allergie, infezioni batteriche;
  • Mononucleosi, influenza, bronchite, vaginite;
  • Eczema, Acne, seborrea;
  • Patologie a carico del sistema nervoso quali insonnia, irritabilità, malattie degenerative allo stadio precoce, esaurimento nervoso, ansia e depressione.

Bere almeno 3-4 litri di acqua mineralizzata

La buona riuscita di un digiuno dipende dalla tipologia di acqua ingerita, che deve essere minimamente mineralizzata, presentando cioè un residuo fisso a 180°C non superiore a 50 mg/l. La caratteristica essenziale è esattamente il residuo fisso bassissimo. In questo contesto diciamo solo che le acque minimamente mineralizzate supportano ottimamente il funzionamento cellulare, evitano la disidratazione e sono le uniche in grado di depurare in profondità l’organismo. Tuttavia occorre comunque prestare attenzione: un digiunoterapeuta professionista non dovrebbe mai dare per scontato che il paziente sia affidabile sotto questo aspetto, poiché il bere rappresenta in certi casi anche un automatismo: chi è abituato a bere, lo farà tranquillamente e a maggior ragione anche durante un digiuno, mentre chi non è abituato a bere rischia, nonostante i buoni propositi di dimenticarlo. “Quante volte verso metà giornata, mi è successo di chiedere ai pazienti quanto avessero bevuto, sentendomi dire “uno o due bicchieri”! – Ecco, questo è il peggior modo per iniziare un digiuno con la certezza che “la crisi da disintossicazione”, pur rarissima nella mia statistica grazie alle mie linee guida, non risparmierà queste persone. Perciò, il bravo digiunoterapeuta deve sapersi sincerare che il paziente abbia bevuto almeno 2 litri d'acqua entro le ore 13”. Sostiene il Dr. Salvatore Simeone.

Bere acqua soprattutto nella prima parte della giornata

Bere acqua, soprattutto durante la prima parte della giornata è importante perché, se ricordate bene, quando abbiamo parlato della fisiologia della matrice, abbiamo spiegato che la prima parte della giornata, dalle ore 3 circa del mattino fino al primo pomeriggio, è quella in cui sono maggiormente attivi i processi di smaltimento delle scorie metaboliche. È quella condizione metabolica che in omotossicologia si definisce “stato di Sol”, cioè fase dell’attività con l’idrolisi delle proteine e con una simpaticotonia relativa, nel senso che prepondera il sistema nervoso simpatico (adrenalina, cortisolo ecc.) rispetto al sistema vagale. In parole povere, il mattino è la parte del giorno più idonea per smaltire le tossine e un buon digiuno prevede che entro le ore 13 debba essere bevuta una quantità di acqua pari almeno a 2 litri. Inoltre, in un digiuno è fondamentale bere l’acqua sotto forma di bevande calde.

Eliminare il caffè o valutare se farlo in maniera graduale

L’impressione che il caffè possa conferire energia è assolutamente fittizia, in quanto in realtà tale bevanda la attinge dalle naturali riserve corporee, “rubandola” alle ghiandole surrenali e costringendole a secernere nel sangue gli ormoni dello stress, cioè il cortisolo e l’adrenalina. Il caffè ha anche un effetto sull’emisfero sinistro del cervello: lo stimola a scapito dell’emisfero destro. L’emisfero sinistro è quello logico-razionale, mentre il destro è quello emotivo-intuitivo. Nella nostra società la parte sinistra del cervello ha già preso il sopravvento sulla destra, poiché rappresenta l’emisfero “competitivo”. Tra l’azione del caffè sulle ghiandole surrenali e quella a carico dell’emisfero sinistro, il risultato finale si manifesta inevitabilmente con l’aggressività, l’ansia, l’agitazione, la preoccupazione, gli scatti d’ira, l’intolleranza, l’impazienza: il mondo diventa ostile, il respiro cambia, la mente si trova in uno stato di costante inquietudine, può alzarsi la pressione, si può dormire male, si mangia compulsivamente, si teme per il futuro… L’ansia diventa una fedele compagna di viaggio! Consiglio a tutti di sperimentare un piccolo periodo senza caffè; provate almeno 10-15 giorni e vedete cosa succede. Potrete sperimentare su voi stessi i benefici dell’eliminazione del caffè dalla vostra vita.

Piccoli accorgimenti da tenere in considerazione

Durante un digiuno, rispetto alla vita di tutti i giorni, le cose non cambiano molto. Un consiglio importante è quello di non fare bagni e docce troppo caldi, specialmente al mattino, per evitare di stimolare un’eccessiva vasodilatazione che potrebbe creare un malessere e un calo pretorio, poi erroneamente imputabili al digiuno. Importante anche evitare sono i bruschi cambiamenti di postura.

Gestire i possibili disturbi durante il digiuno

Durante il digiuno l’organismo espelle molte tossine e, specialmente nel caso di soggetti molto intossicate quali ad esempio chi beve poco, chi non pratica sport, chi ha subito operazioni chirurgiche recenti, chi assume molti farmaci, tale pratica può provocare alcuni possibili “sintomi da disintossicazione”. Possono comparire stanchezza, mal di testa, nausea, tachicardia, lombalgia, insonnia. Tali sintomi si verificano raramente, ma è comunque possibile affrontarli al meglio grazie a due fattori: l’agopuntura di sostegno e l’aumento della temperatura del corpo come conseguenza, sinonimo dell’aumento della produzione di energia.  Prima di avventurarci nell’analisi dei possibili disturbi, è bene precisare che nella stragrande maggioranza dei casi il digiuno non provoca alcun tipo di fastidio o inconveniente.

Mal di testa

Grazie all’agopuntura, è raro che l’emicrania si presenti e, in genere, si limita a un cerchio alla testa, sempre dovuto alla disintossicazione e, come avviene per la stanchezza, tende a manifestarsi per periodi di tempo limitati. Può tuttavia capitare che mal di testa risulti intenso, ipotesi che generalmente interessa solo i pazienti che già ne soffrono e che, essendo abituati a bloccarlo con analgesici, durante il digiuno possono sperimentare piccole crisi di risoluzione. Anche in questo caso l’agopuntura rappresenta senza dubbio un valido aiuto.

Nausea

La nausea più comune che si riscontra durante un digiuno è data dalla difficoltà nel continuare a bere l’acqua, quando questa fatica ad andare giù: questo rappresenta tuttavia un problema perché non facilmente gestibile neanche con l’agopuntura. In questi casi è necessario rallentare il flusso di uscita delle tossine, e questo viene fatto agendo ad personam.